“Non accettare come privilegio ciò che ci è concesso per diritto”: sono state queste le parole del Responsabile del Settore Tecnico Alfredo Trentalange che hanno fatto da sfondo a questa indimenticabile esperienza, formativa sia dal punto di vista “professionale” che atletico. Sabato 3 e domenica 4 febbraio si è svolto nella suggestiva location del Centro Tecnico Federale di Coverciano, il tempio del calcio italiano, il terzo raduno Talent Women Referee al quale hanno partecipato 40 ragazze provenienti da tutte le regioni italiane, giovani arbitri con età media inferiore ai 23 anni, in forza sia agli Organi Tecnici Regionali sia a quelli Sezionali. Il programma delle due giornate curato dal Coordinatore Marcello Marcato aveva come obiettivo principale, non solo quello di dare un incisivo contribuito alla formazione tecnica ed atletica di noi giovani arbitri, ma anche quello, più importante, di lanciare un messaggio forte al mondo delle donne: le porte sono aperte, il prossimo traguardo per la nostra Associazione è quello di vedere una terna in Serie A tutta in rosa. Lo stesso Componente della CAI Tiziano Reni, in un suo brillante intervento, ha affermato che oggi il movimento femminile non è staccato da quello maschile: siamo arbitri, non donne e questo deve essere il punto di forza, la grande convinzione da cui partire per raggiungere i più ambiti obiettivi. Le lezioni in aula, tenutesi in entrambi i giorni, sono state incentrate soprattutto sull’analisi e sulla correzione dei video-quiz tecnici; i dibattiti sono stati accesi, costruttivi e coinvolgenti grazie anche alla professionalità del Viceresponsabile del Settore Tecnico Duccio Baglioni e del Responsabile del Modulo Perfezionamento e Valutazione Tecnica Enzo Meli. La domenica mattina, dopo la misurazione di peso e altezza, è stato tenuto, presso uno dei campi di Coverciano, lo Yo-yo Test sotto la supervisione del Viceresponsabile del Settore Tecnico Francesco Milardi e di Gilberto Rocchetti del Modulo di Preparazione Atletica: proprio la preparazione atletica deve rappresentare uno dei punti di forza, la carta da giocarsi affinché la crescita sia una reale possibilità di miglioramento. Un momento indimenticabile è stato l’intervento del tutto inaspettato di Carina Vitulano che, attraverso la propria esperienza, ci ha raccontato di come le partite si “vincano a gioco fermo”. Il raduno si è concluso, dopo un toccante ricordo di Stefano Farina attraverso la proiezione di una sua speciale intervista, con i racconti di altre due eccellenze rosa dell’AIA: la dottoressa Antonella Maglietta del Modulo Bio Medico e la fisioterapista Patrizia Passini, che hanno sottolineato la necessità di abbandonare la cultura degli alibi a favore di quella della rivendicazione della parità di possibilità. Sono orgogliosa di aver partecipato a questo splendido raduno e di aver rappresentato la mia regione (eravamo solo 3 toscane) e la mia sezione che mi ha sempre supportato da quando ho iniziato questa splendida avventura.